Fear The Walking Dead 1×03: “The Dog”, la recensione

Un altro episodio di Fear The Walking Dead, la serie televisiva creata da Robert Kirkman e Dave Erickson, è andato in onda domenica 13 settembre negli Stati Uniti, dopo una breve pausa, accompagnandoci così un altro giorno verso l’attesissima sesta stagione della serie madre.

In “The Dog” troviamo i due nuclei familiari divisi, come li abbiamo lasciati. Da una parte Travis con il figlio Chris e l’ex moglie Liza, rifugiati in un negozio di barbieri con i proprietari all’interno insieme a loro, per sfuggire alla rivolta cittadina scatenatasi a causa dell’apparente inspiegabile violenza delle autorità contro persone che sembrano malate, ma molto, molto aggressive. Quanto ne sa realmente il governo, e quanto si sta impegnando per agire e fermare l’ondata di omicidi che da qualche giorno a questa parte continua ininterrotta? Perché non forniscono maggiori dettagli alle persone, affinché si possano mettere al riparo, o provare a difendersi? Forse credevano di poter tenere la situazione sotto controllo, evitando di allarmare la popolazione più del dovuto, quando invece le cose sono sfuggite di mano, infine? Il governo sa cosa ha fatto spargere il virus? Forse è proprio per questo che non si esprime in merito.

A noi non è dato saperlo. Da fedeli spettatori della serie, sappiamo che non è negli interessi degli autori, né tantomeno di Kirkman, quello di darci spiegazioni su come è nata l’epidemia. Piuttosto, interessa a loro (e a noi) capire come le persone reagirebbero di fronte a una tale avversità. E non bene, da come possiamo vedere. Dopo solo pochi giorni ogni istituzione è crollata, non ci sono già più posti sicuri. Gli ospedali sono da evitare, sono carneficine anche quelle, per questo Travis decide di portare con sé la famiglia che gli ha ospitati nel loro negozio, dal momento che Griselda, la moglie del proprietario, è ferita gravemente ad una gamba. “Quando la civiltà finisce, finisce in fretta“, le parole di Tobias riecheggiano nelle nostre menti allo scenario di una città che si spegne pian piano di ogni luce. La fine è davvero così vicina?

Mentre attende il ritorno a casa di Travis per poi dirigersi alla volta del deserto, Madison cerca, come può, di intrattenere e proteggere i suoi figli, ma sa che questo non potrà durare a lungo. Alicia, che ancora sa poco o niente della situazione orribile causata dall’epidemia, comincia a mettere insieme i pezzi e a capire anche il brutto destino a cui il suo ragazzo è condannato, mentre Nick è sempre più convinto della sua teoria: queste persone non sono malate, non possono essere aiutate. Sono semplicemente morte, ma qualcosa, qualche impulso, permette loro di andarsene in giro.

Non tutti sono di questo parere però, come Travis, che crede (o forse spera soltanto), che siano malate e un aiuto possa ancora esserci, da qualche parte. Ma noi spettatori della serie madre sappiamo benissimo che non è così e che il ragazzo ritenuto nel pilot il meno affidabile, a causa delle sue dipendenze, si scopre essere il più lucido tra tutti. Ma anche Madison comincia a realizzare che suo figlio ha ragione, lo deve credere, per ciò che è stata costretta a fare al preside della sua scuola. Non era più lui, ma era qualcun altro, qualcos’altro, come la loro vicina. Vorrebbe eliminarla, per evitare al marito di lei di vederla in quello stato, una volta tornato a casa, ma Travis la convince a non farlo, in fondo lui spera che a quello che sta accadendo ci sia rimedio. L’episodio in cui Madison e Travis discutono brevemente riguardo le armi in mano ai loro figli ricorda per un momento Lori e Rick, con i ruoli invertiti. Qui è Madison ad essere d’accordo sul fatto che le armi serviranno, anche ai più giovani, mentre Travis non si sente ancora a suo agio. Effettivamente, lui e la sua famiglia non hanno ancora passato tutto quello che avevano passato la famiglia Grimes e il gruppo al momento di decidere se Carl avrebbe dovuto imparare a sparare, come è vero che i figli della coppia di Fear sono più grandi.

Sul finale arriva una squadra di militari che senza batter ciglio, uccidono chiunque sia infetto, e mettono in quarantena chi è stato a contatto con il sangue. Sarà interessante vedere adesso come il nostro gruppo di “sopravvissuti” reagirà a questa nuova vita, protetti da quei militari che sembrano tanto capaci, ma che noi sappiamo non potranno durare in eterno. E la famiglia Salazar, deciderà di unirsi ai nuovi compagni, o continuerà per la sua strada?