da Brisingr92 » 12 marzo 2013, 17:54
Salve a tutti, prima di iniziare questa ff vorrei precisare alcune cose:
-Questa ff è molto vecchia, in quanto è stata progettata ed iniziata oltre un anno fa, ma a causa di un errore sorto nella trama, ho deciso di bloccarla e farla rimuovere dal sito di Eragonitalia.
-Proprio perché è stata ideata molto tempo fa, non è aggiornata sulle ultime interviste di Paolini ma seguirò le conclusioni che avevo tratto alla fine della lettura di Inheritance
-Questa ff è la stessa che avevo iniziato a pubblicare un anno fa (forse qualcuno se la ricorda ancora), ma ora verrà corretta nella trama e spero anche completata.
-Non sarà lunga ne perfetta, ma se avrete il buon cuore di seguirmi, sono abbastanza presuntuoso nel dire che, con il vostro aiuto, sono sicuro che ne uscirà una gran bella ff
-Non è molto fantasiosa, in quanto è una mia originale visione di un potenziale quinto libro, e se non ne potete più di bizzarre teorie, non iniziate neanche la lettura
-Se qualcuno ricorda, con quello che poi è diventato il capitolo uno, ho vinto un contest del sito, quindi come capitolo sarà sbrigativo in quanto all’epoca del concorso avevamo un margine di spazio per scrivere
-La storia comincia immediatamente dopo la fine di Inheritance, con Eragon e Saphira a bordo della barca elfica
Buona lettura
Bhotis-elda
Per lunghe settimane la Talìta scivolò lungo il corso d’acqua senza lasciare segni del suo passaggio sulla limpida superficie argentata.
Eragon, durante le lunghe ore di navigazione, aveva fatto conoscenza con alcuni degli antichi Eldunarì che, dopo il salvataggio dalla prigionia di Galbatorix, si erano ripresi grazie alle cure di Blodhgarm e dei suoi stregoni che spiegarono “Questi Ammazzaspettri, sono i draghi che meno hanno sofferto la tirannia del traditore e dunque sono stati i primi a riprendersi, ma per gli altri il lavoro da fare è ancora molto lungo”.
Spesso il giovane si era scoperto a rivivere l’epico scontro con il signore dei Wyrdfell, ed ogni volta si stupiva della fortuna che aveva avuto in quella circostanza, ma, ancora più stupefacente, era stata la scelta di Arya di condividere con lui il suo vero nome, decisione che aveva ulteriormente aumentato i suoi sentimenti nei confronti della nuova regina degli elfi. Gli mancava, terribilmente, la sua assenza lasciava in lui un vuoto incolmabile, come era grande il vuoto lasciato in Saphira dall’assenza di Fìrnen.
Presto ricominciò il duro addestramento per completare la sua preparazione in qualità di nuovo capo dell’Ordine dei Cavalieri, ed Eragon fu solo felice di poter trovare una fonte di distrazione in quella monotonia deprimente.
Tra i tantissimi argomenti trattati, Cavaliere e dragonessa venivano impegnati con le lezioni di Umaroth e Glaedr anche sui territori verso i quali andavano incontro, territori, come gli aveva già detto Brom, visitati spesso dai Cavalieri prima dell’ascesa di Galbatorix.
La caratteristica principale di questi territori è la quasi totale assenza di civiltà a causa di una carestia che un secolo fa decimò le popolazioni presenti, spiegò. I popoli nomadi che vivono ancora in queste regioni remote sono imparentati con i sacerdoti che avete visto a Vroengard , uomini adoratori di Cavalieri e draghi. I primi insediamenti lì troveremo a breve.
A conferma delle sue parole, due giorni più tardi incontrarono un agglomerato di capanne addossate al grande fiume dove gli abitanti, appena videro Saphira emergere sinuosa dall’acqua, si inginocchiarono piangendo e pregando freneticamente.
Quando Eragon scese dall’imbarcazione, e non mancò di notare che gli elfi rimasero sospettosi a bordo con uova ed Eldunarì, decine di persone lo accerchiarono urlandogli parole che non comprendeva in quel caos ma, grazie ad un’accurata analisi dei loro pensieri, sapeva che non avevano cattive intenzioni ma anzi, sembravano aspettarlo, cosa che lo incuriosì moltissimo. Alcuni bambini lo presero per mano e, con Saphira al seguito, si avviarono per le anguste vie del paesino fino ad una baracca che, paragonata alle altre, sembrava una vera reggia, con un lungo tetto spiovente e tendaggi ricamati, dalla quale ne emerse un vecchio senza età che gli veniva incontro sorridendo “Benvenuti Eragon Ammazzatiranni e Saphira Squamediluce, è molto tempo che speravo nel nostro incontro, e ben tornati a te Umaroth e a te Glaedr, ultimo degli Antichi. Ora che l’Oscuro sire è caduto, i vostri ricordi possono esservi restituiti, e con essi la consapevolezza che quanto avevate chiesto al nostro popolo è stato completato ed attende il vostro arrivo”.
La sorpresa che provò Eragon nello scoprire che quel vecchio conoscesse il suo nome, non fu nulla rispetto all’ondata di angoscia e paura che pervase Saphira nel sentire nominare il nome degli Eldunarì di Umaroth e Glaedr.
Come può un vecchio qualsiasi conoscere il nostro più grande segreto! Urlò furiosa liberando una vampa di fuoco di diversi piedi di lunghezza. Che parli, prima che lo sventri dalla testa ai piedi e gli divori le interiora!.
Calma cucciolointervenne Glaedr in equilibrio tra il divertimento e il rimprovero. Lui è Bhotis lo Scacciaombre e l’Impavido, un umano che molto tempo fa salvò la vita di Vrael durante uno scontro con diversi Ra’zac, primo ed unico umano della storia dotato di vita elfica senza tuttavia essere un Cavaliere.
Eragon era decisamente perplesso. Maestro, come si può donare ad un umano la longevità elfica? Quale incantesimo è stato utilizzato?.
Fu tuttavia Umaroth, ripresosi dallo stupore iniziale, a rispondere. Nonostante tu abbia assorbito molte delle nostre esperienze e conoscenze, sei ancora troppo giovane per comprendere un incantesimo di tale portata. Ti basti sapere, per il momento, che è stato utilizzato lo stesso incantesimo con il quale re Evandar donò lunga vita a Blagden, che ora siede sul trespolo di Arya.
Nonostante la sua perplessità non si fosse del tutto dissolta, il Cavaliere si limitò a rispondere: Certamente ebrithil
Rivolgendosi al vecchio, che non sembrava affatto turbato da quel rapido scambio di pensieri durante il quale era stato ignorato, gli chiese “Quale richiesta avevano fatto i Cavalieri al vostro popolo Bhotis-elda? E come conosci i nostri nomi?”. Un sorrisetto furbo e vivace increspò le sottili labbra del vecchio che tuttavia mantenne un tono formale “Le vostre gesta sono conosciute in ogni angolo di Alagaesia Ammazzaspettri, che ha confini molto più vasti dell’Impero che conosci, ma per quanto riguarda la tua domanda, non è una cosa che si può spiegare a parole, ma la dovrai vedere tu stesso. Partiremo domani e tra due mesi di viaggio, se la fortuna ci assiste, giungeremo a destinazione”.
E così fecero. Per lunghe settimane la carovana composta da Eragon, Saphira, gli elfi con uova ed Eldunarì, nascosti con lo stesso incantesimo con cui Eragon li trasportò da Vroengard, guidata da Bhotis, vagò per quei vasti territori selvaggi in lungo e in largo, dalle vaste pianure dell’ovest alle imponenti montagne dell’est, dalle foreste del nord, ed Eragon capì che si trattava di estensioni della Du Weldenvarden, al deserto del sud, al fine di istruire Eragon sull’esatta posizione e conformazione di quei territori. Il giovane, come nei territori dell’Impero cercava ovunque andassero un luogo adatto ad ospitare la nuova sede dell’Ordine, con scarsissimi risultati. Dove si concluderà il mio cammino? Si chiese una sera davanti al falò.
Ammetto la mia totale delusione per non essere diventato moderatore dopo aver speso passione e disponibilità per questo sito...