Recensione: Vanished, l’orrore arriva dal Giappone

Vanished Oyayubi Sagashi, semplicemente Vanished in Italia, è un manga horror scritto da Yasuke Yamada e disegnato da Kirihito Aymamura. Il titolo significa, letteralmente, la ricerca del pollice svanito.

La storia tratta di una leggenda metropolitana incentrata sulla scomparsa e sul massacro di una ragazza poco più che adolescente, in una villa abbandonata. Il corpo della giovane venne smembrato e fatto a pezzi. Il cadavere, successivamente ritrovato dalla polizia, sarebbe stato ricomposto. L’unico pezzo mancante è un pollice che sembra essere svanito nel nulla. Il dito pare possa esaudire, a chi dovesse trovarlo, un desiderio, almeno così dice la leggenda.

Dei ragazzini delle scuole elementari decidono di ritrovare questo pezzo di carne e si recano nella villa dove è avvenuto l’orrendo delitto. Non riusciranno a scovare alcunché ma, uscendo da quell’abitazione, una di loro, una ragazzina, sparisce e non verrà mai più ritrovata.

Sette anni dopo, quando ormai sono degli adolescenti, prenderanno la decisione di rimettersi sulle tracce non solo del pollice, ma anche dalla loro compagna che pare essersi volatilizzata nell’aria.

Questa, in breve, è la trama del manga di cui parleremo oggi. È un volume unico, che si legge da destra a sinistra (per chi non dovesse saperlo) ed è, almeno nell’edizione italiana, in bianco e nero.

Lo stile dei disegni è realistico e asciutto, secco, quasi. Ricorda vagamente quello di Corrado Roi. Le linee non sono marcate ma tendono a essere volutamente sottili, come a volerci far intendere che ciò che vediamo sia l’intreccio di un’affusolata ragnatela di un racconto, di un fatto, avvenuto realmente molto tempo fa. Non mancano le ragazzine fantasma con i capelli lunghi e neri, che cadono completamente davanti la faccia dello spettro (stile Samara ecc.).

La storia è bella e coinvolgente. La fortuna di questo manga e che la trama è stata raccontata tutta d’un fiato e le molte pagine del racconto permettono alla vicenda d’essere percorsa dal lettore con apprensione e attenzione.

Alcune delle tavole sono disegnate in maniera eccellente ed è un piacere perdersi tra i disegni per scrutarne ogni più piccolo dettaglio. L’unica cosa che, a mio avviso, fa storcere un po’ il naso (ma questa, naturalmente, è un opinione personale) è il fatto che in diverse pagine (molte, forse, troppe), le vignette sembrano essere distribuite alla rinfusa. Rischiano di confondere il lettore che già è costretto a leggere in una maniera non proprio ortodossa (per noi occidentali, almeno), e che deve barcamenarsi nel comprendere l’esatta collocazione degli avvenimenti che si susseguono vignetta dopo vignetta. Tolto questo sassolino, però, il manga, almeno per gli appassionati del genere, è da acquistare e da tenere in libreria.