The Walking Dead 5×10: Them (Loro), la recensione

Il 15 febbraio negli Stati Uniti è andata in onda la decima puntata della quinta stagione di The Walking Dead, la serie tv creata da Frank Darabont e ispirata ai fumetti di Robert Kirkman, mentre in Italia ce la siamo gustata, come sempre, a solo un giorno di distanza dalla prima visione americana.

In questo episodio, intitolato “Loro” (“Them” in originale), rivediamo nuovamente il nostro gruppo di sopravvissuti al completo, esasperati e stremati come mai prima. La corsa on the road verso Washington continua, così come la lotta per la sopravvivenza.

[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]

Alcuni personaggi cominciano ad elaborare il lutto che avevamo respirato già nella puntata precedente. Maggie e Sasha, le quali hanno entrambe perso familiari e persone molto vicine a loro nel giro di pochissimo tempo, sono quelle più devastate ed esprimono il loro dolore in maniera del tutto opposto. Maggie sembra quasi che non voglia più combattere, non sa più se ne vale la pena o no, e tiene anche Glenn a distanza dal suo dolore. Sasha, per contro, è combattiva, determinata, spietata, ma tutto dettato dalla rabbia che prova, e questa rabbia, come le ricorda Michonne, è la stessa che aveva quasi ucciso Tyreese in precedenza.

Anche Daryl sembra alquanto provato. L’uomo non vuole mostrare quello che prova, ma le persone più vicine a lui, come Rick e Carol, lo conoscono troppo bene per notare che qualcosa non va. Quest’ultima poi riesce ad entrare in una tale empatia con lui che bastano poche parole per fargli uscire fuori quello che ha dentro. Daryl si sente come se avesse fallito nella ricerca di una persona, ancora una volta. La prima fu con Sophia. Aveva dato speranza a Carol che sua figlia fosse ancora viva, così come ne ha data a Maggie sul fatto che Beth lo fosse. È sempre stato il più convinto della riuscita dell’impresa, in entrambi i casi. Non aveva calcolato il terribile epilogo delle due cerchie. Ancora una volta una persona era morta. Qualcuno che ritrovare avrebbe rappresentato, in qualche modo, la rinnovata speranza per il gruppo: Sophia prima, Beth poi… la vista del fienile che trova Daryl durante l’episodio inoltre, che ci ricorda quello della casa di Hershel, dove venne mostrata la terribile verità…

The Walking Dead 5x10: Them (Loro), la recensione

Ma nel gruppo in generale si respira un’aria pesante. Abraham che beve, ancora scosso dalla scoperta che la sua missione non era in realtà mai esistita, Noah che ha da poco saputo della tragica fine della sua famiglia e ha perso due persone che aveva appena conosciuto ma con cui aveva legato in un batter d’occhio. Rick invece, il nostro leader indiscusso, sembra deciso a mantenere viva la speranza e unito il gruppo. Ed è proprio nel fienile in cui trovano rifugio dalla tempesta che dapprima sembra la loro salvezza per poter bere, ma che si rivela poi una furia scatenata, che l’ex sceriffo trova le parole per dar forza ai suoi amici. Loro devono fare quello che devono, per poter vivere. Devono continuare a ripetere a loro stessi che loro sono “i morti che camminano”.

Questa è una delle frasi più significative di sempre. Una frase ripresa dal fumetto, e messa in un contesto diverso, ma che mantiene comunque la sua forza e il medesimo significato. Daryl controbatte che non sono come “loro”, ma l’essenza del telefilm e del fumetto stesso è proprio questa: loro combattono con i morti tutti i giorni, ogni instante della loro esistenza dipende da questo… ma proprio questa esistenza li porta ad essere i veri morti che camminano, questo continuo trascinarsi in cerca di qualcosa di ipoteticamente migliore, in cerca della salvezza, di un rifugio… e soltanto quando l’avranno trovato potranno percepire di essere tornati nuovamente a vivere, ad essere vivi. La domanda quindi è: arriverà mai questo momento?

La tempesta sembra, in qualche modo, aver voluto risparmiare il nostro gruppo, punendo invece i vaganti che avevano tentato di entrare nel fienile durante la notte. Maggie e Sasha osservano incredule la distruzione tutta intorno, a contrasto poi con la bellissima aurora che si prospetta davanti a loro. Entrambe ferite, stanche, psicologicamente fragili, cercano di farsi forza l’uno l’altra per poter andare avanti, a lottare, a sopravvivere. Ma è proprio in questo momento che compare una nuova figura: Aaron. Uno sconosciuto, in forma, che non ha su di sé i segni del viaggio e della fatica, si pone come un “amico” (lo stesso probabilmente che aveva lasciato dell’acqua al gruppo poco prima della tempesta) alle ragazze, chiedendo di poter parlare con il leader del gruppo, Rick.

Come sa il suo nome? E cosa vuole dai nostri protagonisti? I lettori del fumetto avranno sicuramente un’idea su questo nuovo personaggio, mentre gli spettatori dovranno aspettare la prossima puntata per saperne di più. L’episodio si chiude con la musica del carillon che Carl ha donato a Maggie, lasciando quasi un senso di inquietudine.