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Doctor Who 8×03: Robot of Sherwood, la recensione

Siamo arrivati alla terza settimana con l’ottava stagione di Doctor Who, la longeva serie fantascientifica dei Signori del Tempo. Cosa è successo nel terzo episodio, dal titolo “Robot of Sherwood“?

[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]

Continuiamo ad esplorare l’identità del Dottore e il suo rapporto con sè stesso e con Clara. È solo una coincidenza che la terza serie di William Hartnell era un’avventura storica sul viaggio di Marco Polo e proprio questo episodio sia un’avventura (quasi) storica su Robin Hood? Mentre l’episodio “Marco Polo” fu il primo tentativo serio del telefilm ad educare il suo pubblico, “Robin Hood” è piu un esame sulla nostra aspettativa e conoscenza sulla realtà del passato, sia dal punto di vista personale che da quello storico.

L’episodio risulta essere piuttosto non uniforme ai precedenti. La trama riutilizza molti elementi di passate storie di Doctor Who legati ai personaggi storici, anche se in un certo senso copia direttamente un episodio in particolare. Alla fine ha dato al Dottore qualche sollievo comico dalla situazione, in contrasto con l’episodio della settimana precedente “Into the Dalek”.

La trama trae comunque qualche ispirazione dall’episodio del 1974 “The Time Warrior”: un’astronave precipita presso il castello di un arrogante barone in pieno Medioevo, e il guerriero Sontaran al suo interno ha bisogno del suo aiuto per le riparazioni. Invece qui lo Sceriffo di Nottingham ha bisogno dell’aiuto di una navicella piena di robot, schiantatosi per distruggere Londra e diventare re. Nell’episodio del 1974, Irongron è alleato con Linx, un Sontaran (segnando anche la prima di diverse apparizioni nella serie di questa razza). Ora, il Dottore e Clara sono aiutati da Robin Hood e dai suoi allegri compagni (che hanno poca importanza per la storia in sè).

La relazione tra Robin e il Dottore sembra essere la cosa fondamentale per lo sceneggiatore Mark Gatiss e lo showrunner Steven Moffat. Il Robin che vediamo qui non è un personaggio storico mostrato come la decostruzione di un mito. È molto simile alla versione di Errol Flynn, affermando che la sua identità è esattamente quello che sembra essere, in ogni punto. Il Dottore, d’altra parte, sembra altrettanto determinato a voler respingere tale idea ogni volta che può.

Robin deve abitare in qualche modo in un mondo che non è proprio l’Inghilterra, o deve essere la creazione di robot di una nave che si è schiantata dal futuro se fosse veramente l’Inghilterra. Permette così ai due personaggi di discutere costantemente sulla natura della realtà contro la fantasia, mentre la storia si sostiene sulla natura dell’insieme. È il mondo del Dottore o quello di Robin Hood?

C’è anche una tematica interna, che è quello che abbiamo visto nei due episodi precedenti.
Il Dottore è nato in tv come un anti-eroe, piu interessato ad osservare quello che gli accade intorno piuttosto che mettersi in gioco. Durante la sua evoluzione, passata attraverso le sue originali (e classiche) 26 stagioni, è sempre stato l’incantatore o l’imbroglione, non l’uomo di primo piano. Anche con il Dottore di Christopher Eccleston nella nuova serie, abbiamo visto un personaggio che spesso si trovava a lato della stanza, piuttosto che stare al centro dell’attenzione.
Le cose sono cambiate con David Tennant, il cappotto da eroe, e le sue scarpe da ginnastica. Era sia il Dottore che il protagonista, che alla fine in modo contorto riesce a vincere nell’episodio “La fine del viaggio“.
Matt Smith ha giocato in una certa misura piu su questo aspetto del personaggio, ma era ancora coinvolto in un rapporto molto libertino con River Song. e anche con il suo stesso TARDIS, in “La moglie del dottore“.

Qui, Robin Hood incarna le fantasie di Clara per un eroe romantico o di un passato romantico, se non un uomo di primo piano romantico. Il Dottore di Peter Capaldi spende così quasi tutto il suo tempo sullo schermo con Robin ripudiandone l’esistenza. Eppure Clara, da sola, dimostra ad entrambi che non è importante chi sei, o quello che dici, ma in fondo sei quello che fai realmente.

Oltre a questi conflitti significativi, il resto della trama è poco piu che interessante. Lo sceriffo di Ben Miller è un cattivo dello stampo di Alan Rickman in Robin Hood: il principe dei ladri è l’unico nemico che Robin ha. Sfortunatamente il suo obiettivo è fin troppo ripetitivo: la sua nave che può volare non appena viene ricaricata e può esplodere solo in volo (già visto nel primo episodio), i robot malvagi che rapiscono e uccidono indiscriminatamente, seppure i suoi scagnozzi sono piu di quello che abbiamo visto in “Deep Breath“. Speriamo che le prossime storie abbiano più inventiva dato che solo i robot stanno diventando un tema troppo ricorrente in cosi breve tempo.

Quest’episodio non è ancora un classico, ma lo diventerà.

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