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Once Upon a Time 3×13: Witch Hunt, la recensione

Risultati positivi per Once Upon a Time (C’era una volta, in Italia). La serie tv fantasy statunitense ha raggiunto il 2,3 % di rating, con la tredicesima puntata della terza stagione.

L’episodio “Witch Hunt”, trasmesso il 16 marzo su ABC, è stato infatti seguito da ben 7,4 milioni di spettatori negli States.

[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]

Witch Hunt” ci propone sin dai primi minuti della puntata la nuova villain, la Strega dell’Ovest.  Zelena, questo il suo nome (tradotto dal croato, verde!), è intenta a frugare tra gli averi di Regina. Appropriarsi del suo castello infatti, non sembra bastarle, dunque la malvagia strega infierisce ulteriormente, trafficando con gioielli e vestiti, che è convinta stiamo meglio addosso a lei (anche se ammetto, il verde sta bene con il nero). Ad ogni modo, ha in mente un trattamento di favore nei confronti della precedente proprietaria della dimora e dunque non perde tempo ed invia l’ennesima scimmia alata a porre i suoi “omaggi” (fare fuori senza troppe remore) alla donna.

Peccato sia il piccolo Roland (il figlio di Robin Hood) a rimetterci, non fosse per la prontezza di Regina, che lo salva dalla scimmiaccia, tramutandola in un innocuo peluche (che stile questa donna!). È evidente che Regina sia il bersaglio delle bestie alate, così com’è evidente da dove provengano. “OZ” suggerisce Belle, rifacendosi alla sua cultura da lettrice incallita. Da lì, il rimando alla strega malvagia è immediato: ora il gruppo sa con chi ha a che fare.

Mi correggo, sapeva. Già, perché nella Storybrooke dei giorni nostri le cose sono ben diverse. Snow, David Emma ed Hook, approfittano dell’assenza di Henry (che sonnecchia ignaro di tutto) per fare il punto della situazione.

Nel salotto di casa, si parla di ricordi mancanti: nessuno ricorda di come sia tornato a Storybrooke o semplicemente di essere stato altrove. Hook conferma la presenza degli Charming nella foresta incantata: era con loro e ne ha conservato memoria, essendo sfuggito alla maledizione. Il pirata chiarisce inoltre di come abbia appreso del sortilegio: un uccello messaggero si è posato sul timone della sua nave, legato alla zampa un messaggio ed un piccolo flaconcino di pozione (un flaconcino legato alla zampa di un uccello? È inconcepibile…).

Si parla anche di misteriosi sparizioni: gli abitanti della cittadina sembrano scomparire all’improvviso, senza che vi sia un motivo apparente. Ed ecco che Emma tira in ballo Neal. Dove diamine è finito? Ma l’unica risposta ottenuta alla domanda è quella data dalle espressioni facciali di Hook, incapace di contenere la gelosia ogniqualvolta il figlio del Signore Oscuro viene nominato dalla Swan.

La stessa Swan, che ha in mente un piano per smascherare il colpevole, ovvero colui che ha scagliato il sortilegio che ha riportato tutti a Storybrooke. Una volta scagionata Regina, grazie al suo superpotere (che spunta fuori a convenienza,e sembra rivelarsi inutile nella maggior parte delle situazioni), Emma decide di mettere in scena una vera e propria trappola. La Swan durante una riunione cittadina (indetta appositamente per l’occasione) attribuisce a Regina la responsabilità del tutto, accusandola pubblicamente e ottenendo il sostegno dell’intera (infame) cittadina.

Si tratta però di una farsa: le due donne collaborano all’insaputa di tutti (anche e soprattutto del reale colpevole, che potrebbe altrimenti ostacolarle) alla sintetizzazione di una nuova pozione a partire da quella fornita ad Emma da Hook. Il piano: ripristinare la memoria all’intera cittadina, Henry incluso (per la gioia di Regina). Henry difatti non ha memoria della donna e Regina gli viene presentata come una conoscente della madre e sindaco della città (che amarezza…).  Ma il piano non porta ad alcun risultato: Regina non riesce ad ottenere una pozione con le rimanenze dell’originaria (figuriamoci…).

Si cambia registro, piano due: fare credere che Regina stia creando con successo la pozione che consente di ripristinare i ricordi, in modo che il colpevole intervenga per impedirlo, venendo così allo scoperto. Occorre dunque diffondere la falsa voce, e non a caso, Brontolo viene informato dei fatti.  Il nano pare infatti essere la “gossip girl” di Storybrooke.

Tornando alla foresta incantata, Regina vuole fare i conti con chi ha occupato abusivamente il suo castello, e vuole farlo da sola. All’eroe del bosco però, questa premessa non sembra importare. Robin Hood, sentendosi in debito con la donna, per il salvataggio del figlio, decide di accompagnarla. Nessun entusiasmo da parte di Regina, che non ha intenzione di essere intralciata da un ladro. La donna ha un piano d’azione ben delineato in mente, che va ben oltre l’eliminare l’incantesimo di protezione che circonda l’intero regno. Giunta al castello, non tarda ad attuarlo: tiene a bada Robin con la magia, mentre si accinge a preparare un incantesimo del sonno.

Sì, proprio quello usato sulla Bella Addormentata e su Biancaneve a suo tempo. L’intento è evidente, ma la donna lo chiarisce al ladro: dormirà e solo una persona potrà spezzare il sortilegio, l’unica persona per la quale valga la pena svegliarsi. Chiaramente l’allusione è al figlio, Henry (probabilmente intento a consumare la sua esistenza sui videogames, mentre la madre si strugge per lui).

A questo punto entra in gioco Zelena, che scopriamo essere legata a Regina più di quanto lei stessa immagini: sua sorellastra e primogenita di Cora (parentele, me le aspettavo). La conferma: è stata capace di spezzare l’incantesimo di sangue, fatto da Regina per sigillare la cripta contenente la tomba della loro madre.

Zelena non mente, nemmeno quando promette una vendetta spietata alla sorellastra, che ha avuto per sé la madre da cui lei è stata invece abbandonata. Quanto a Regina, ha trovato una ragione per non pungersi con il fuso: ha trovato qualcuno da distruggere!

Intanto, a Storybrooke le continue sparizioni trovano una spiegazione quando Little John, uno dei membri della fratellanza del bosco, viene attaccato da una di quelle adorabili scimmiette volanti. L’animale lo afferra al volo e l’uomo viene ritrovato nei boschi, con una ferita non di poco conto. Hook, David, Hood e il resto della fratellanza, trasportano l’uomo in ospedale, ma non è sufficiente. Little John si tramuta in una scimmia alata, sotto gli occhi dei presenti (diventando così un ottimo candidato per una relazione con la Swan e suscitando la gelosia del pirata) che assistono impotenti alla sua fuga dalla finestra. Intanto Emma e Regina, sono nel vivo del piano (due), e attendono il manifestarsi del vero colpevole, appostate con il maggiolino giallo (che per nulla dà nell’occhio) di fronte alla casa del sindaco. Ma quando pensano di averlo in pugno, il colpevole, incappucciato, svanisce in una nuvola di fumo verde.

Scimmie alate che aggrediscono gli abitanti che si spingono oltre il confine di Storybrooke tramutandoli in altrettante scimmie alate, e nubi verdi. La soluzione è così evidente che perfino Emma (non intenzionalmente) ci arriva: la Strega dell’Ovest!

Anche a Storybrooke è stato identificato il problema.

Ma la puntata si conclude con qualcosa di meglio di una geniale deduzione: Zelena, scende in uno scantinato e spinge con molta grazia un vassoio con del cibo (per nulla appetibile) sotto le sbarre di una gabbia/pseudo-prigione. E chi vi è rinchiuso? Rumpelstiltskin (il grande unico e solo), che dà sfoggio di una sanità mentale di tutto rispetto …per un folle.

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