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The Walking Dead 4×09: After (Smarriti), la recensione

Lunedì 10 gennaio è tornata in onda anche in Italia l’attesissima serie tv americana The Walking Dead, dopo circa due mesi di pausa.

In questo primo episodio della seconda metà della quarta stagione, alcune delle tante domande sorte nelle puntate precedenti hanno finalmente trovato risposta, mentre altre ancora no, ed anzi ne sono nate di nuove.

[su_note note_color=”#fff9a6″ radius=”6″ su-note-inner=”box-spoiler” ]Avvertiamo i lettori che la seguente recensione contiene spoiler sulla trama. Se non hai visto l’episodio o non vuoi rovinarti eventuali colpi di scena non continuare a leggere![/su_note]

La puntata, dal titolo “Smarriti” (After), si concentra su tre dei personaggi fuggiti dalla prigione, ormai distrutta. Viene mostrato un nuovo lato della dura Michonne, scoprendo qualcosa in più sul passato della donna. Se qualcuno si è chiesto come mai sia crollata quando in uno degli episodi precedenti aveva in braccio la piccola spaccaculi, trova la risposta nel suo sogno, che con molta probabilità rivela qualche informazione in più sulla sua vita precedente.

L’interpretazione di Danai Gurira è da brividi: riesce a mostrare il carattere forte della donna, che tuttavia ha subìto e perso tanto, come ognuno degli altri sopravvissuti, e quindi riesce a far uscire persino l’aspetto più fragile di Michonne.

Carl e Rick sono gli altri due protagonisti di questa puntata. Dopo aver scoperto che Judith potrebbe essere morta, e dopo tutti i precedenti eventi, inclusa la morte di Hershel, ritroviamo padre e figlio molto scossi. In effetti tra i due si percepisce dell’astio, soprattutto da parte di Carl nei confronti di Rick.

Sebbene il ruolo del bambino che vuole in qualche modo sembrare un uomo autosufficiente possa risultare arrogante, bisogna comunque riconoscere la bravura di Chandler Riggs, che ha tirato fuori il meglio di sé.

Vediamo un Carl prepotente, un Carl che ignora il padre, che vuole fare di testa sua, che incolpa Rick per i suoi “errori”, che si sfoga e si mette nei guai, e che alla fine mostra il lato più tenero di sé. Ebbene sì, perché nonostante Carl per tutto l’episodio faccia credere di poter essere autonomo, di essere un adulto ormai, si rivela per quello che è, ovvero ancora un ragazzino, nelle piccole e nelle grandi cose (il budino poteva pure risparmiarselo o condividerlo con Rick!).

Il feeling instaurato tra Chandler e Andrew Lincoln, suo padre sul piccolo schermo, è molto forte e ben costruito. Questo è visibile sia nelle scene più agitate, come le liti padre-figlio, sia in quelle più malinconiche, come la scena finale, in cui entrambi comprendono che le cose non potranno mai più tornare come prima.

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